L'Incipit

Stefania Meneghella


Silenzi Messaggeri

Jamie viveva in una cittadina fredda e ghiacciata, come inverni che non hanno la forza di abbandonare corpi, come neve che cade giù senza il coraggio di sciogliersi e divenire acqua. Non lo era mai stata acqua, Jamie. Non era mai riuscita a sciogliersi: la neve era troppo alta per il luogo in cui risiedeva, il cielo troppo cupo, la Luna troppo grande. Camminava tra le strade, e gli occhi divenivano quasi cristallo impossibile da distruggere, impossibile da infrangere. Come cristallo, anche il suo cuore. Vita racchiusa in bolla di vetro e non conosciuta pienamente, non vissuta davvero. Sogni davano il via ad immagini frutto di fantasia che balenavano dinnanzi alla sua mente, divenendo quasi realtà; Jamie sapeva che mai lo sarebbero stati, realtà... sapeva che la neve cadeva giù per ragioni a lei sconosciute, credeva nei misteri. Credeva in quei misteri che risiedevano in case portatrici di calori, credeva in quei misteri per cui i sentimenti divenivano mete da raggiungere. E allora, camminava in quelle strade colme di ghiaccio e acqua non ancora sciolta; camminava mentre parole le scorrevano in inconsci traditori, inconsci che non potevano esprimere ciò che sentiva. Non poteva. Non poteva dimostrare al mondo intero che anche lei era umana, non poteva dimostrare che vivere significava qualcosa di molto più grande rispetto al semplice fatto di essere vivi. E così ricordi continuavano a scorrere, a scorrere... a scorrerle nell’anima, nel cuore e in quella mente apparsa ormai vuota. Non aveva più la forza di ricordare, non aveva la forza di chiudere occhi e pensare. Solo caos attorno a lei, solo caos ruotava in quella testa, mentre tutto il mondo le ruotava attorno, mentre tutto il mondo la guardava e non la riconosceva, mentre tutto il mondo diveniva bersaglio da distruggere.

 

       
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